Muddy Waters è stato “il blues”. E non solo. La sua chitarra, che fosse lamentosamente slide o sinuosamente elettrica, i suoi testi pieni di sensualità e virilità – come Hoochie Coochie Man, I Got My Mojo Working e Mannish Boy – o intrisi di insoddisfazione esistenziale – come Rollin’ Stone o Cant’ Be Satisfied – hanno cambiato vite, la storia della musica e contribuito a creare il rock. Questo libro, in assoluto il più completo su Muddy, è un viaggio trasognato e insieme un pugno nello stomaco. Dai campi di cotone del Mississippi e al dolore che li permeava, ai balli e le prostitute dei juke-joint. Dall’incontro con Alan Lomax all’approdo a Chicago, con le sue strade malfamate, le sue fabbriche, i suoi macelli e i suoi effervescenti club. Con Howlin’ Wolf, la sua nemesi, e Otis Spann, James Cotton, Little Walter e Willie Dixon, i suoi complici. Il razzismo, la pistola nella custodia della chitarra, i gangster e il grilletto facile. I successi con la Chess Records, la fama e i soldi. Tra donne, donne, donne. E musica, musica, musica. Un ritratto completo e ricco di aneddoti: dalle mangiate di orecchie di maiale fritte alle casse di champagne e alla Cadillac, dalla sua adorazione per Robert Johnson ai sei Grammy Award. Una biografia che si legge come un romanzo. E Keith Richards dei Rolling Stones, suo grande fan e discepolo, ne ha scritto la prefazione.