Trattare dei Beatles, dei quattro eroi di Liverpool, induce a esorbitare dagli anni Sessanta, dalle capigliature e dall’abbigliamento, dalle mode e dai modi di raccontare un’epoca: significa persino uscire dalla traccia della musica e dei loro stessi dischi, perché il fenomeno risulterà molto più vasto, capace di configurare una realtà intergenerazionale, trasversale e ultraterrena. Nel volume gli autori si prefiggono di sviluppare una tappa di questo viaggio ai confini della conoscenza, inquadrando un aspetto piccino piccino, ma assai stuzzicante per chi lo ha vissuto anche solo di riflesso: un momento poco indagato in grado di rivelarsi sorprendente, affrontando un episodio di quella gloria diffusa, per salire sull’ottovolante di una discografia ritenuta minore. Quel tipo di serialità che ci porta a mettere sotto la lente di ingrandimento alcuni spazi del luna park pop italiano dove, senza eccessivi filtri, né scrupoli, musicisti tricolore si troveranno a scimmiottare, o blandire, i più blasonati colleghi d’Oltremanica: nientemeno che i Beatles. In questo lavoro di ricerca certosina, di analisi e documentazione, gli autori hanno voluto dare conto di quanto accaduto in questo particolare tassello del mosaico beatlesiano, fino al 1970, il momento in cui la band, cioè, cessa di esistere, per sciogliersi disordinatamente ed entrare definitivamente nell’aura del Mito. Gli autori hanno censito 132 titoli con interpreti persino imprevedibili, tutti ritrovati e restituiti con le copertine di quei 45 giri rari e da collezione, in gran parte andati subito dispersi al di fuori del circuito degli aficionados più devoti. A ognuno hanno riservato una pagina con le relative annotazioni, utili a inquadrarne la collocazione. Per ogni disco vengono riportati tutti gli ingredienti disponibili, compresi etichetta, date, autori: alcuni nomi suoneranno misteriosi ai più, altri, di quelli che si chiamavano «complessi», giustificheranno un sorriso.