Come molti artisti della metà degli anni Sessanta che non si sono legati a nessun particolare progetto musicale, il duo Jon & Robin ha preparato un’abbondante gommosa miscela di soul impettito, bubblegum appiccicoso, psichedelia lievemente trippeggiante, un po’ di country casalingo e un sacco di buon vecchio rock & roll. La coppia di Dallas suonava come un Sonny & Cher meno curato, o un Nancy & Lee più terrestre, con Robin – conosciuta come Javonne Braga sulla sua patente di guida – che sfoggiava una voce roboante e ruba-scena e Jon Abdnor che forniva le controrepliche semplici e fintamente dylaniate. Lavorando con l’asso della canzone Wayne Carson Thompson, che scrisse “The Letter” per gli affini Box Tops, e con alcuni ottimi produttori, Jon & Robin hanno sfornato una serie di singoli e due album nel corso della loro breve carriera. Sundazed ha già pubblicato una raccolta dei loro lavori nel 2006; qui l’etichetta la ripropone nel caso in cui qualcuno se la fosse persa la prima volta o volesse solo la produzione del duo ridotta ai singoli.
Le tracce migliori sono brani di alto livello radiofonico: “Do It Again a Little Bit Slower” è il loro principale claim di fama, ma altri, in particolare l’allegro “Dr. Jon (The Medicine Man)” e il rocker struggente “Can’t Make It with You”, sono quasi altrettanto validi. L’amalgama delle loro voci non è sempre fluido e le canzoni non sono sempre le più intelligenti, ma le trasmettono con un’abbondante dose di spettacolarità.
La miscela delle loro voci non è sempre fluida e le canzoni non sono sempre le più intelligenti, ma le trasmettono con molta forza. Nessuno sforzo può però salvare “There’s an American Flag on the Moon”: è una pessima canzone di fantasia, che è quanto di più squadrato potesse esserci nel pop della fine degli anni ’60.
Per fortuna, ci sono abbastanza buoni brani che la precedono per alleviare il dolore che potrebbe causare un ascolto accidentale. Invece di commettere questo errore, tornate indietro e date a “Do It Again” un altro giro. La sua sorprendente miscela di armonie da ascensore, di pause di pianoforte “Cool Jerk”, di voci di Robin e di ritmi che fanno schioccare le dita fa pensare a una versione Madison Ave dei Mamas and the Papas che fanno una pubblicità di cattivante alla moda. È un po’ strano e un po’ meraviglioso, e lo stesso vale per il resto del set. The Singles è un documento piacevole e leggero di un periodo strano e interessante della storia della musica. Jon & Robin saranno anche solo una nota a piè di pagina, ma vale la pena di scoprirla e non saltarla.
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