Vintage

“Venerdì in Vintage”-DJAngelino

today17 Marzo 2023 6

Sfondo
share close

DIANA ROSS

Alzi la mano chi non conosce almeno tre canzoni di Diana Ross! E se come noi, quando avete bisogno di un po’ di adrenalina cominciate a canticchiare le sue intramontabili hit, ecco la storia che non potete non sapere sulla Regina della Disco Music Anni 80. Che oggi, come allora, ci fa venir voglia di ballare e cantare spensierate a squarciagola. Del resto la sua è una carriera da record e da quando esordì con le Supremes e la Motown negli Anni 60 non si è più fermata. Ha tenuto più di duemila concerti in ogni parte del mondo, cantando per Re, Regine e Capi di Stato e partecipando agli eventi più importanti negli Stati Uniti d’America e nel resto del mondo. Lei è Diana Ross, una delle voci più memorabili del panorama musicale mondiale. Nacque il 26 marzo 1944 presso l’Hutzel Women’s Hospital di Detroit, nel Michigan.

Secondo figlia di Ernestine Moten, un’insegnante, e di Fred Ross, soldato in forze all’esercito americano che non conobbe fino a quando non fece ritorno dalla seconda guerra mondiale. Diana Ross e la sua famiglia vivevano sulla Belmont Road nel North End di Detroit, vicino a Highland Park, dove erano vicini di casa del cantante Smokey Robinson. Lo incontrò per la prima volta quando aveva otto anni. Il giorno del 14° compleanno di Diana nel 1958, la famiglia si trasferì a Brewster Douglas Lodge in St. Antoine Street, un quartiere operaio. Durante la sua adolescenza la sua aspirazione era diventare stilista, ma intanto frequentava la Cass High Technical High School e riusci a entrare nella squadra di nuoto.Per mantenersi agli studi lavorava come parrucchiera per i suoi vicini e come commessa nei grandi magazzini.

RIGHEIRA

Stefano Righi e Stefano Rota. Così due sconosciuti, ma famosissimi come Johnson e Michael Righeira, la coppia che con due canzoni è rimasta incisa nel bronzo del tempo della musica pop. Da «Vamos a la playa» a «L’estate sta finendo», una parabola eterna durata due sole stagioni. Liceo a Torino, Stefano più Stefano sono in classe insieme, diventano amici per la pelle, ma oggi non si parlano più. «Ex punk, ora venduto» è la scritta denigratoria che campeggiava su un muro e che lui ha fatto diventare una raccolta musicale: Johnson Righeira, 62 anni, oggi ha una sua etichetta, la Kottolengo Recordings & Wines. Musica e vino, altra coppia evergreen. «Sono finito in classe con lui alla mia prima bocciatura e abbiamo legato istantaneamente, siamo diventati immediatamente sodali. La musica è stato il collante». «Tutti e due. Siamo stati anche bocciati insieme. O meglio, Michael si ritirò due volte dalla quarta liceo. Cambiò e andò alle magistrali nel tentativo di essere ammesso direttamente all’ultimo anno ma avvenne l’imponderabile e in pratica fu retrocesso in terza liceo: credo sia l’unico al mondo a cui è capitata una cosa genere». «Ero in prima liceo, non conoscevo ancora Michael. Avevamo un prof sessantottino che ci faceva giocare solo a calcio e per divertimento ci cambiavamo i cognomi alla brasiliana. Come primo nome invece avevo cercato qualcosa di assonante con Hamilton Bohannon, una delle figure chiave della disco music, un mio idolo. Johnson Righeira nella mia testa doveva essere un oriundo, le prime biografie recitavano che ero stato rapito dagli alieni e poi ero ricomparso misteriosamente anni dopo; sognavo palme, avevo in testa un immaginario tropicale ma anche tecnologico».

Quella canzone a tutti gli effetti è l’evoluzione delle prime cose che avevo scritto, ispirate agli anni 60, da autarchico e futurista quale mi sentivo. Vamos a la playa era sì una canzone da spiaggia ma postatomica, immaginava uno scenario apocalittico fatto di bombe, radiazioni, mare contaminato. I fratelli La Bionda divennero i nostri produttori, ci presero sotto la loro ala e intuirono il potenziale del brano. La mia versione però era molto più dark, new wave, molto cupa, l’idea era il contrasto tra l’andare in spiaggia e le bombe che esplodevano; loro la resero molto piu solare, tanto che del testo non si è parlato per molti anni, nessuno ci ha fatto caso, è stato oscurato dalla melodia». «Infatti è un successo che non ci siamo goduti. Anzi è stato psicologicamente devastante perché eravamo primi in classifica ma dovevamo stare in caserma. Io usavo le licenze per andare a fare le prime ospitate in tv. A metà estate con il pezzo in testa alla hit sbroccai e mi feci mandare alla neuro per prendere la classica convalescenza da crisi depressiva. Li identifico una sliding door della mia vita perché all’inizio mi rispedirono in caserma; nel corridoio però fermai lo psicologo civile: gli chiesi se conosceva Vamos a la playa e gli dissi che avevo bisogno di 20 giorni per preparare la finale del Festivalbar. Arrivò un capitano che mi fece un gran pippone sul fatto che il militare era una cosa seria. Però mi diede i 20 giorni. E ho capito che qualcosa era cambiato». «Infatti la casa discografica era preoccupata, temevano che la gente potesse prendere male questa incongruenza, ma un pezzo estivo non poteva uscire a settembre! Andò bene perché poi abbiamo vinto il Festivalbar». «Sanremo 1986 è stato brutalmente il nostro canto del cigno, arrivammo tra gli ultimi. Lì ci trovammo spiazzati, non eravamo abituati. Ci eravamo creati la fama di quelli che sfornavano tormentoni, da noi si aspettavano quello, ma eravamo dei performer e dei situazionisti più che dei musicisti. Avevamo idee deliranti e una pressione addosso non facile da gestire. Siamo entrati in un vortice negativo che via via ci ha fatto mollare il colpo». 

NEW ORDER

Reduci dall’avventura dei Joy Division e dalla tragedia del loro leader, Ian Curtis (morto sucida a soli 23 anni), i superstiti New Order, insieme alla tastierista Gillian Gilbert, hanno dato vita a una variante oscura del synth pop, capace di proiettare l’ombra della new wave fino all’era dei rave e della techno.
I New Order nascono nel 1981 a Manchester dopo la morte diIan Curtis e il repentino dissolvimento dei Joy Division. Il loro manager, Rob Gretton, gli conferisce il nome di New Order. Cercano una nuova voce, ma alla fine assegnano il ruolo di cantante al chitarrista Bernard Sumner. Il 29 luglio 1980 tengono il primo concerto a Manchester. Alla line up (con Peter Hook al basso e Stephen Morris alla batteria) si aggiunge  la tastierista e chitarrista Gillian Gilbert, fidanzata di Morris.  Il primo album, Movement, nasce nell’81 dalle bozze elaborate da Ian Curtisa prima della morte. Prodotto da Martin Hannett (storico collaboratore dai tempi dei Joy Division) ha un sound ancora molto legato allo stile dark e melancolico che caratterizzava la loro precedente incarnazione. L’album verrà in seguito rinnegato dal gruppo: Sumner dichiara di non averne mai posseduto una copia e i brani contenuti nel disco non verranno mai suonati dal vivo.

Nel maggio il gruppo 1982 apre un locale a Manchester destinato a fare la storia, The Haçienda.
Il secondo album Power, Corruption & Lies (che esce nel 1983 per un’altra etichetta storica, la Factory Records) si emancipa dalla pesante eredità di Ian Curtis per sviluppare un tratto distintivo più electro, dance e pop. 
Il fortunatissimo singolo Blue Monday (il vinile da 12 pollici più venduto della storia!) finisce per diventare una sorta di manifesto della band: quasi una risposta al cupo immaginario dei Joy Division, i cui i demoni vengono sublimati verso un eden di comunicabilità e coloratissime intuizioni.
Dopo il doppio Substance (che esce nel 1987 recuperando e mescolando materiale vecchio e nuovo), con Technique (1989) i quattro accolgono da Ibiza suggestioni acid house che li rilanciano in chiave sempre più disco e melodica. 

Scritto da: Roberto

Rate it

Articolo precedente

Libri

” Blackness. Storie e musiche dell’universo Afroamericano”ZpZMHz -LIBRI

Si può ascoltare un brano rap, o vedere un film di Jordan Peele, cercandovi delle connessioni con gli antichi imperi africani? Le pagine di Blackness ci provano partendo dal rapporto che intercorreva tra Europa e Africa prima della tratta atlantica, quando ancora gli schiavi non erano solo neri e i padroni solo bianchi. Forse solo così è possibile osservare da un'angolazione inedita e sorprendente le dinamiche attraverso cui il popolo […]

today16 Marzo 2023 1


0%