Buongiorno a tutti e ben venuti nel mio angolo Vintage del Venerdì oggi parlerò di tre grandi della musica i primi sono i Modern Talking
principi del pop tedesco degli anni ’80. Tra il 1984 e il 1987, le loro hits “You’re My Heart, You’re My Soul”, “Cheri Cheri Lady” o “Brother Louie” hanno riscosso un enorme successo in Europa oltre che in patria: oltre 60 milioni di dischi venduti per un pop elettronico di immediato consumo e (volutamente) pochissima personalità. Bohlen, giovane professionista della musica, autore e produttore, e Anders, vivace performer di quasi dieci anni più giovane, finirono tuttavia col litigare e sciogliere il sodalizio nel 1988. Nel 1998 la coppia si è riformata per “Back for good – The Seventh album”, che aggiunge qualche inedito a una raccolta di brani remixati e aggiornati secondo i dettami della dance.
Cerrone
Santana
Carlos Augusto Alves Santana (Autlán de Navarro, 20 luglio 1947) è un chitarrista messicano.
Ha cominciato a riscuotere consensi tra gli anni settanta ed ottanta con il suo gruppo chiamato semplicemente Santana. Già allora mescolava vari generi qualisalsa, rock classico, bluese fusion. Allora come oggi usava in modo estensivo i suoi assoli di chitarra e si avvaleva anche di strumenti piú tradizionali del suo paese. In seguito ha continuato a sperimentare questa formula tra alterne fortune.Nel corso degli anni novanta ottenne un notevole successo con l’abum del 1999 intitolato Supernatural. Grazie a questo lavoro, il piú importante successo della sua carriera, ha fatto conoscere la sua filosofia musicale alle nuove generazioni. Ha venduto piú di 80 milioni di dischi ed è anche considerato tra i migliori chitarristi rock esistenti. Santana è nato ad Autlán de Navarro, in Messico, da una famiglia di musicisti (il padre José era un violinista mariachi). Anche lui si appassionò presto alla musica, iniziando a suonare il violino all’età di cinque anni. Parecchi anni dopo la sua famiglia si trasferì a Tijuana, e lì Santana cominciò a suonare la chitarra, lo strumento che presto lo avrebbe reso celebre. Si ispirò ad altri famosi chitarristi come John Lee Hooker, T. Bone Walker e B.B. King, che ascoltava dalle stazioni radio statunitensi al confine. Carlos iniziò ad aiutare la famiglia lavorando come lavapiatti, e crebbe appassionandosi alla musica della Bay Area, spesso andando di nascosto al Bill Graham’s Fillmore Auditorium ad ascoltare alcuni dei suoi musicisti preferiti. Alla fine del 1966, il chitarrista Tom Frazier intese mettere in piedi un gruppo rock. Così a lui si aggregarono Santana (voce e chitarra), Mike Carabello (percussioni), Rod Harper (batteria), Gus Rodriguez (basso) e il nativo di Seattle Gregg Rolie (voce ed organo), per formare la Santana Blues Band. Carlos ha sostenuto che solo lui e Rolie erano interessati seriamente alla musica, mentre gli altri erano intenti solo allo spettacolo e alle esibizioni dal vivo. Lo stesso Santana non era visto dagli altri come vero leader del gruppo, che pure portava il suo nome. Dopo qualche tempo il nome del gruppo si ridusse semplicemente a “Santana”. Allora nella sua lineup c’erano Carlos, Rolie, il bassista David Brown, il batterista Bob ‘Doc’ Livingston e il percussionista Marcus Malone. Nella sua carriera Carlos Santana ha utilizzato un gran numero di chitarre differenti. A Woodstock usava una Gibson SG Special (il famoso diavoletto per noi italiani)(con pick up P90) sucessivamente passa alla Gibson SG Standard e alla più classica Les Paul nelle sue molteplici varianti, incide Borboletta con una Gibson L6 e nel 1976 inizia la sua collaborazione con YAMAHA che durerà fino alla metà degli anni 80 e usa un modello personalizzato della SG 2000. Dal 1982 collabora con Paul Reed Smith e usa quasi esclusivamente sue chitarre. Per un periodo (a metà degli anni 80) ha usato frequentemente in concerto anche una splendida Fender Stratocaster anni 60. A partire dagli anni ottanta ha cominciato ad usare stabilmente le chitarre Paul Reed Smith
e per finire vi voglio proporvi un bel pezzo degli IMAGINATION Buonascolto
«In questi anni ho tenuto dentro le parole delle leggende che ho intervistato. Sono state per me la più bella delle canzoni. Sono come lame al sole, cambiano a seconda della luce. Servono e si adattano alle tue necessità, alla prospettiva. Non rispondono a una domanda precisa, semmai a un'esigenza precisa: stare bene, fiutare un minimo di benessere e stanarlo, trovare un senso alle cose, ricevere conforto nelle avversità, contro […]