Come di consueto ogni Venerdì in collaborazione con ZpZMHz parliamo di musica revival,oggi parliamo di un gruppo dal nome CUBE sono un gruppo italo-inglese composto da Serse May, Paul Griffiths e Rudy Trevisi. I primi due ovviamente sono di origini inglesi, mentre il terzo è un italiano di Mirandola, nel modenese: lo stesso paese del loro produttore Mauro Malavasi (lo stesso dei My Mine, Change, Richie Family… ).Il trio dei Cube a inizio anni 80 impazzava in tutta Europa: i loro brani come abbiamo detto riuscirono a scalare le classifiche mondiali, e di sicuro vale la pena ricordare brani come “Two Heads are Better Than One”” del 1982, che venne utilizzata come sigla del famoso programma musicale Discoring e “Prince of the Moment” del 1983. Entrambi i brani sono ricchi di sonorità tipiche del periodo, con sintetizzatori e drum machine; e nonostante il ritmo e i suoni molto ballabili, anche i testi sono carichi di significato: ad esempio “Two heads are better than one” parla di una storia d’amore tra due ragazzi. Beh ora direi di riascoltare queste 2 grandi perle della dance italiana ormai ultra 35enni, ma capaci ancora di regalare forti emozioni!
Bronski Beat
si formano nel 1983 ai tempi in cui Jimmy Somerville, Steve Bronski e Larry Steinbachek condividono una stanza a Brixton, nel sud est di Londra. Il gruppo messo sotto contratto dalla London Records realizzando il singolo “Smalltown boy”
– storia di un ragazzo cacciato dalla famiglia per la sua omosessualità – che raggiunge il terzo posto nella classifica inglese. “Smalltown Boy” trasforma il trio in un punto di riferimento per la comunità gay e il singolo successivo, “Why?”, si focalizza contro il pregiudizio verso questa realtà.
Alla fine del 1984 il trio realizza l’ album THE AGE OF CONSENT. L’anno successivo la band pubblica – assieme a Marc Almond – una versione del classico di Donna Summer “I feel love”, altro grande successo. Il trio e il loro produttore Mike Thorne ritornano in studio all’inizio del 1985, ma – anche a causa di dissidi interni – Somerville lascia la band e al suo posto arriva John Foster come cantante. Il singolo “Hit that perfect beat” viene realizzato nel gennaio 1986. Nel 1987 è invece Foster a lasciare il gruppo. Nel 1989 Jonathan Hellyer diventa il nuovo cantante realizzando la canzone “Cha cha heels”, in collaborazione con la cantante americana Eartha Kitt. Tra il 1990-91 i Bronski Beat realizzano quattro singoli per la Zomba: “Zed beat”, “I’m gonna run away”, “One more chance” and “What more can I say”. L’anno successivo esce l’album RAINBOW NATION, una raccolta di materiale inedito.
Somerville – una volta terminata la sua avventura con il gruppo – raggiunge un discreto successo con i The Communards, registrando anche saltuariamente dei dischi solisti.
Terzo e ultimo gruppo che vi voglio parlare sono gli OMD (Orchestral Manueuvres in the Dark
Enola Gay, il singolo degli Orchestral Manoeuvres in the Dark (testo di Andy Mc Cluskey e musica di Paul Humphreys) è una canzone pacifista che prende il nome dal bombardiere americano B-29, che il 6 agosto 1945 sganciò la bomba atomica su Hirosima.Prima di Enola Gay, la band aveva ottenuto un discreto successo in Gran Bretagna grazie all’uscita del suo primo album “Electricity”; ma è solo nel 1980, che viene lanciata a livello internazionale: Enola Gay vende oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo, in UK raggiunge l’ottava posizione della Hit Parade ma è in Spagna e anche nel nostro Paese che il singolo, nell’estate del 1981, raggiunge la vetta della classifica, diventando a fine anno anche il secondo singolo più venduto, preceduto soltanto da Nikka Costa con il brano “On my Own”.Direi che il must del brano è l’intro che sicuramente tutti ricorderanno, un’esplosione di sintetizzatori e drum machine: grazie all’uso di questi strumenti si può dire che Enola Gay è uno dei primi brani dello stile Synth pop dei primi anni 80, che esploderà a partire dall’anno successivo soprattutto grazie ai Depeche Mode. Se la musica è affascinante, il testo tocca un argomento sorprendentemente delicato per un brano così ballabile: la bomba atomica (molti deejay del periodo si rifiutarono di utilizzare il brano durante le proprie serate); ma la potenza della musica era tale da far diventare il brano una hit – a dire il vero soprattutto nei Paesi latini, come Spagna e Italia, dove il testo non veniva compreso… Enola Gay è il nome della madre del pilota del B-29 (Paul Tibbets), ma la canzone contiene altri riferimenti alla tragedia di Hiroshima come “Little Boy” (il nomignolo della bomba) o “eight-fifteen” (l’ora a cui fu sganciata). Il testo alterna la tranquillità del pilota che torna a casa dalla madre alla raggelante fissità di Hiroshima, con gli orologi “congelati” all’ora dell’impatto e il paesaggio spettrale seguito all’esplosione. L’obiettivo è quello di far riflettere sull’impiego di armi così devastanti. (argomento totalmente attuale)
Siamo alla fine degli anni '60 e Amedeo Minghi incide “Alla fine”, un disco oggi molto ricercato. Nel 1976 il suo primo successo, “L'immenso”, diventa uno dei più grandi degli anni '70. Ci sono altri successi successivi e, nel 1983, compone vere e proprie pietre miliari come "1950", "St. Michel", "Quando l'estate verrà", "Sognami", "Emanuela e io", "Cuore di pace", "Ladri di sole", seguiti da "Serenata" e "Le nuvole e la […]