Prendete nota del titolo. Questo è McCartney III Imagined, non “re-imagined”. La differenza può essere lieve ma l’implicazione è chiara: questa raccolta di remix, cover e interpolazioni dell’album McCartney III del 2020 di Paul McCartney da parte di una varietà di guest star non è una revisione dell’originale ma piuttosto un album che esiste su un proprio piano parallelo. La presenza di McCartney incombe naturalmente su McCartney III Imagined, dato che ha fornito le basi essenziali per il disco non solo attraverso le sue canzoni, ma le tracce strumentali e vocali originali. La sua voce fluttua dentro e fuori attraverso i remix, l’apparente età della sua voce è in forte contrasto con le eleganti espansioni elettroniche senza soluzione di continuità. Questi remix sono interessanti, ma i momenti più avvincenti di McCartney III Imagined arrivano quando gli artisti tagliano la loro versione di uno dei brani dell’album: Phoebe Bridgers che trova il dolce, spettrale impulso di “Seize the Day”, Beck che canta insieme alla sua versione funkaficata di “Find My Way” e Josh Homme che tratta “Lavatory Lil” come una jam di Desert Sessions. Questi momenti aiutano a elevare McCartney III Imagined in qualcosa di più di una curiosità.
Pubblicato come doppio album nel 1973, l’opera rock degli Who, QUADROPHENIA, è un lavoro concettuale ambientato nell’ambiente degli anni ’60 del movimento Mod, durante il quale iniziarono la loro carriera nella zona ovest di Londra. Il personaggio centrale di Jimmy è un giovane disaffezionato che odia i suoi genitori e il suo lavoro umile, ma trova la liberazione dalla fatica dei colletti blu con i suoi compagni Mods, prendendo pillole […]