La canzone francese ha vissuto la sua età dell’oro tra gli anni ’50 e gli anni ’70 del secolo scorso, quando autori e interpreti straordinari hanno creato un genere che ha ottenuto fama internazionale e ha aperto la strada del rinnovamento anche in altri paesi, a cominciare dall’Italia. Poco si conosce, però, della genesi della canzone francese, nata nella Parigi “capitale del XIX secolo” e che è forse il primo esempio al mondo di canzone autenticamente moderna, parte integrante della neonata sfera pubblica, dell’avvento della società di massa e dell’industria dell’intrattenimento. Questo libro indaga in profondità, servendosi di una griglia interpretativa interdisciplinare, i momenti meno noti della canzone francese: le ballate popolari anonime, i primi chansonnier come Béranger e Aristide Bruant, argomenti di solito sbrigativamente liquidati nelle prime pagine dei libri dedicati all’argomento, trovano qui lo spazio e l’attenzione che meritano, mentre Édith Piaf viene inquadrata nell’ambito della chanson réaliste, riflesso del naturalismo letterario, che include figure poco conosciute in Italia come Fréhel e Damia.