Uno dei cantautori più stimati nel panorama musicale Italiano degli ultimi 30 anni è Marco Masini. Nonostante il suo valore, la carriera per lui è stata tutta in salita, complicata dall’emarginazione e dalla censura. Nel tempo è riuscito a riscattarsi e oggi è sempre più apprezzato, un esempio per i musicisti emergenti, la sua carriera è ancora molto attiva.
Nato a Firenze nel settembre 1964, riceve la passione per la musica dalla famiglia della madre, fin da giovanissimo dimostra un certo talento nel suonare la tastiera e a comporre ad orecchio. Inizia a prendere lezioni di pianoforte studiando Bach, Chopin e Mozart, pur amando la musica Pop e Rock. Durante il liceo fonda, assieme ad alcuni amici, un gruppo musicale chiamato “Errata Corrige” con cui suona in feste di paese e pianobar. L’incompatibilità tra la vita faticosa del musicista e quella di studente lo porta ad abbandonare la scuola in IV Ragioneria, causando i primi contrasti con la famiglia, ma anche con gli amici. Per un po’ di tempo Marco lavora con il padre come rappresentante. Nel 1980 la famiglia apre un bar a Firenze, dove Marco dà una mano assieme alla sorella Susanna. Ma i litigi tra lui e suo padre aumentano. Il 22 agosto 1984, muore sua madre, con profondo dolore di Marco che rimpiange di non averle potuto stare accanto negli ultimi momenti della sua vita.
La sua passione per la musica diventa un vero e proprio lavoro, comincia facendo arrangiamenti per musiche da discoteca in uno studio di registrazione a Modena, mentre torna a Firenze per ricominciare a studiare composizione, armonia e melodia, mantenendosi con esibizioni da piano-bar. Ha come maestro Walter Savelli, pianista di Claudio Baglioni. Marco inizia a comporre molti brani ma ha difficoltà al momento della loro presentazione alle case discografiche, che lo criticano dicendo di non avere “la faccia dell’artista” e di produrre canzoni dai testi troppo atipici rispetto ai gusti del pubblico. Nel 1986 grazie a Roberto Rosati, arrangiatore e proprietario di uno studio a Sesto Fiorentino, comincia a fare i primi provini. Conosce prima Beppe Dati compositore e poeta e poi Giancarlo Bigazzi produttore discografico, coi quali partecipa alla realizzazione di alcune colonne sonore (“Mediterraneo”, “Mary per sempre”, “Ragazzi fuori”) è la voce guida del demo di “Si può dare di più” interpretata a Sanremo dal trio Morandi, Ruggeri e Tozzi. Collabora come corista dal vivo nelle tournée in tutta Italia di Tozzi e di Raf. Nel 1990 arriva la svolta, Marco partecipa alla 40^ edizione del Festival di Sanremo con il brano “Disperato” che vince nella sezione Giovani.
In diverse parti del mondo, a partire dalla metà del novecento alcune artiste donne - cantanti, musiciste, ricercatrici, studiose - si sono rese protagoniste del recupero della tradizione culturale e musicale del loro territorio che, come una staffetta tra generazioni di donne, è arrivata fino ai giorni nostri. Donne che si sono recate nelle campagne, nelle periferie urbanizzate, sulle montagne, alla ricerca di chi aveva memoria, gli anziani, e che […]