Nei libri di storia, il vero creatore della radio moderna, viene indicato come Guglielmo Marconi. L’inventore, nato a Bologna il 25 aprile 1874, nel 1896 a solo 22 anni, riuscì a farsi riconoscere, in Inghilterra, il primo brevetto di telegrafo senza fili. L’apparecchio, all’inizio, venne impiegato soprattutto per scopi militari, ma solo al livello sperimentale. Nel 1916 un imprenditore statunitense, originario di una famiglia ebrea-russa, David Sarnoff, iniziò a credere nella realizzazione di apparecchi radiofonici capaci di trasmettere voce e musica. Successivamente Sarnoff mise in commercio il primo apparecchio radiofonico concepito per uso domestico. Nel 1919 Sarnoff fondò la Radio Corporation of America, la RCA, che negli anni successivi avrebbe dato origine alle prime emittenti pubbliche americane. Nel 1922 in Inghilterra, la patria del primo brevetto di telegrafo senza fili di Guglielmo Marconi, nasceva la BBC, l’emittente radiofonica più antica del mondo.
La prima trasmissione radiofonica italiana andò in onda alle ore 21:00 del 6 ottobre 1924. La prima voce diffusa nell’etere fu quella di una donna, Ines Viviani Donarelli diede il primo annuincio:
«Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera 7 primo e secondo tempo»
Anche nei giorni seguenti ci furono altre trasmissioni, suscitando grande curiosità ed entusiasmo. Anche in Italia si iniziava a comprendere l’incredibile valore della Radio. Si diffusero i primi notiziari, le prime cronache sportive, come quella del Gran Premio di Galoppo a San Siro o il match Italia-Ungheria del 1928. Il nuovo mezzo di comunicazione ebbe un forte impatto sulla vita sociale della gente, le cronache del tempo raccontano di grandi assembramenti di persone nei pressi di apparecchi radiofonici disposti nei bar, o in altri luoghi pubblici.
Negli anni la radio è diventata un mezzo fondamentale per informare, intrattenere, educare e, soprattutto, “tenere insieme” gli italiani. Ha attraversato periodi storici cruciali e drammatici, come il Fascismo, la Seconda Guerra Mondiale, il boom economico, la contestazione, il primo sfrenato consumismo, fino ad arrivare all’era del web e dei social media. La radio ha sempre saputo reinventarsi, passando dall’analogico al digitale, dai primi ingombranti apparecchi agli smartphone, mantenendo viva la sua capacità di raccontare storie, diffondere cultura ed essere una compagna quotidiana per milioni di ascoltatori.
Nel 2024 la radio italiana compie cento anni. Cento anni di voci che hanno riempito l’aria entrando nelle nostre case, dando vita al primo vero social network della storia: dal momento della prima trasmissione in Italia, nell’ottobre 1924, la radio ha rapidamente imparato a parlare al singolo individuo, regalandogli divertimento, cultura, informazione. Ha creato comunità, dibattito, scambi, con decenni di anticipo rispetto a quello che fa oggi la rete. Se podcast e app su cui ascoltare musica consentono di ritagliarsi una bolla fatta di cose che si amano, solo la radio permette di entrare in contatto con la realtà nella sua immediatezza, con le mode, le notizie, raccontate, in modo scherzoso o serio, dai professionisti della voce. Con il loro linguaggio inizialmente “elevato” e formale e poi sempre più vicino a quello della gente, soprattutto per merito di alcuni programmi come “Bandiera gialla” e “Alto gradimento”.
Nel libro che vi consigliamo, l’autore Savino Zaba (conduttore radiofonico, televisivo e attore) ripercorre le tappe più importanti di una storia che si intreccia con quella del Paese, dalla propaganda nel Ventennio fascista, alle fantasie futuriste della “Radia”, alla radio come fidato mezzo di informazione durante la guerra, alla nascita delle emittenti libere, minuscole realtà locali di esuberante vivacità, in continua espansione negli anni Settanta. Grazie anche a interviste e interventi di alcune delle voci più amate della “radiosfera”, Zaba offre un volume ricco di approfondimenti su uno strumento che, pur con un secolo di vita, pare non essere invecchiato di un giorno. Intro di Renzo Arbore. Outro di Claudio Cecchetto.
Un libro per tutti gli appassionati di Radio, di Musica ma anche di comunicazione.
Pubblicato a giugno 2024. Pagine 208. Editore Rai Libri