Ci sono case abitate da voci, riverberi, note imprigionate nella luce che filtra da una finestra o nelle stoffe damascate che ricoprono antiche poltrone e sedie Impero. Quello compiuto dall’autore di “Le case della musica” è un viaggio spirituale nelle dimore che hanno visto nascere e crescere i più importanti compositori, un errare nei territori della fantasia, che spesso nella realtà storica sono coincisi con quelli della musica: luoghi magici, segreti, vitali, in cui il genio può comporre l’ineffabile, dire l’inesprimibile, attraverso segni che scardinano l’afasia di un universo impalpabile e arcano. Dalla casa di Bach a Eisenach a quelle di Mozart a Salisburgo e di Mendelssohn a Lipsia, dalla Vienna di Schubert e Berg alla Weimar di Liszt, passando per le casette immerse nei boschi di Mahler e le stanze che hanno visto intrecciarsi le vite di Schumann e Brahms: sono queste le “case della musica” visitate da Piero De Martini. Luoghi che nelle loro materiche suppellettili e architetture – muri, camere, cucine, oggetti, libri – conservano ancora tracce dei maestri che le hanno abitate, impronte invisibili di quelle presenze creatrici che costringono la nostra mente ai voli pindarici dell’immaginazione. Tra quelle pareti si dipana la vicenda della musica europea; brulica un mondo di emozioni, di nostalgie, di melanconie, di gioie violente e dolori profondi, di collere ataviche e tenerezze disperate che di questi grandi musicisti raccontano le storie più intime, gli stati d’animo più intangibili, che nessun manuale o biografia sarebbe in grado di restituire.