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Jackie McLean

today9 Febbraio 2023 6

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Jackie McLean ha da tempo un suono tutto suo, suonato in modo leggermente acuto e con grande intensità; è riconoscibile nel giro di due note. McLean è stato uno dei pochi musicisti orientati al bop dei primi anni ’50 che negli anni ’60 ha esplorato il free jazz, ampliando la sua gamma emotiva e traendo dalla nuova musica qualità che si adattavano alla sua personalità musicale.
Figlio del chitarrista John McLean (che suonava la chitarra con Tiny Bradshaw), Jackie iniziò a suonare il contralto a 15 anni. Da adolescente era amico di musicisti vicini come Bud Powell, Thelonious Monk e Sonny Rollins. Nel 1951 ha fatto il suo debutto discografico con Miles Davis e il resto del decennio può essere considerato il suo apprendistato. McLean ha lavorato con George Wallington, Charles Mingus e i Jazz Messengers di Art Blakey (1956-1958). Partecipò anche a una serie di dischi dal sapore di jam session per Prestige e New Jazz che, a causa dell’abissale remunerazione e del suo stile in via di sviluppo, in seguito rinnegò.

In realtà non sono male, ma impallidiscono in confronto alla classica serie di 21 album Blue Note di McLean (1959-1967). In sessioni come One Step Beyond e Destination Out, McLean si mette veramente alla prova; questa musica è piuttosto originale e intensa, ma logica. McLean apparve anche come sideman in alcune sessioni per la Blue Note (in particolare con Tina Brooks, recitò nello spettacolo teatrale The Connection (1959-1961) e guidò regolarmente i propri gruppi. Dal 1968, tuttavia, si è spostato nel campo dell’educazione jazzistica e, a parte alcuni dischi per la SteepleChase del 1972-1974 (tra cui due incontri con il suo idolo degli esordi Dexter Gordon) e un’uscita per la RCA (1978-1979), McLean è stato meno attivo come musicista durante gli anni Settanta. Tuttavia, negli anni ’80 Jackie McLean è tornato a suonare più attivamente (a volte con il figlio René McLean al tenore), registrando per Triloka, Antilles e più recentemente (con un rapporto rinnovato) con Blue Note, senza perdere l’intensità e la passione dei suoi primi giorni.

Scritto da: alex

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