A ZeroPuntoZeroMHz ritorna Mr. Jack con un grande gruppo Metal del clan di Wanikiya Record.
Gli Slugchop sono una band Metal il cui sottogenere è difficile da definire, il sound è contaminato dalla formazione musicale eterogenea dei suoi sei componenti che ha portato il gruppo ad avere diverse influenze, dall’Alternative Metal al Nu Metal, dall’Heavy Metal al Progressive Metal fino all’Industrial e al Deathcore, il tutto mischiato a creare una miscela in continua evoluzione.
Il significato del nome è ambiguo quanto il genere della band; Slug, ovvero la lumaca, è un animale viscido, molle, estremamente fragile in antitesi con l’altro significato della parola, ovvero il proiettile, solido e letale, descrivendo così la dicotomia che caratterizza l’essere umano; La lumaca inoltre è l’animale che simboleggia la lentezza per antonomasia, in grado di arrivare dove deve andare ma con i suoi tempi, un invito a prendersi il proprio tempo in contrasto con la frenesia obbligata dalla società in cui viviamo.
Accostato a questo nome c’è il termine Chop che vuol dire tagliare, colpo, fendente, un qualcosa di netto, rapido e violento come il sound della band.
Face Yourself
Il tema dell’album è il rapporto con sé stessi e tra il sé e la società, declinato attraverso gli stadi di conoscenza e accettazione di ciò che si è.
Figure retoriche e flussi di coscienza descrivono gli stati d’animo che caratterizzano un percorso che passa dalla consapevolezza di ciò che si è per arrivare all’accettazione di quello che siamo, nel bene e nel male.
Un invito ad abbondonare la nostra comfort zone per buttarsi nell’ignoto della parte più profonda di noi stessi, azione necessaria per una piena realizzazione del Sé.
Questo messaggio è ben rappresentato dalla copertina dell’album che ritrae una piramide di corpi informi dalla quale si erge un uomo, una specie di Ubermensch Nietzschiano che nell’immagine si allontana dalla zona di luce per tuffarsi nel buio sopra di lui.
Se c'è un'accusa che si sente fare, spesso a ragione, alla musica leggera italiana, è quella di non riuscirsi a staccare nettamente dalla tradizione, dal bel canto, dal discorso orecchiabile e commerciabile. Eppure in certi anfratti del pop nostrano mainstream qualcosa è accaduto: microrivoluzioni ad opera di audaci che tentavano di districarsi dalla stretta delle proprie radici, manovre ardimentose per arrivare alla gente fregandosene dell'etichetta, provando nuove strade a proprio […]