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Evermore – Taylor Swift

today14 Febbraio 2023 1

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Apparso a soli cinque mesi di distanza da Folklore, Evermore è un sequel diretto del suo predecessore, registrato in modo simile durante la quarantena del 2020, contenente un cast di supporto simile ed esplorando una serie di emozioni familiari. Evermore non è però un “Folklore, Vol. 2”. Mentre Folklore era una partenza controllata, un album in cui ogni elemento si collocava esattamente al suo posto, in Evermore Taylor Swift è un po’ più sciolta, gioca con la narrazione e la struttura, si sente così a suo agio nel suo ambiente umorale che lancia profanità senza esitazione. Il linguaggio esplicito è un segnale della continua maturazione di Swift come autrice di canzoni – è più che mai chiaro che racconta storie con un terzo personaggio – ma Evermore beneficia di una leggera giocosità, una qualità che aveva deliberatamente soppresso in Folklore. Emerge con forza in “No Body, No Crime”, una storia di vendetta per omicidio raccontata con l’aiuto delle HAIM, e scorre nell’insistente pulsazione di “Long Story Short” e nel dolce ondeggiare di “Dorothea”. La Swift si appoggia ancora a scenari agrodolci, trovando un collaboratore simpatico in Aaron Dessner, il co-leader dei National che ha prodotto e co-scritto la maggior parte del disco.

I National stessi sono presenti in “Coney Island” – le intonazioni gravi di Bryce Dessner forniscono un contrasto sorprendentemente efficace con il fraseggio gentile della Swift – ma loro, come Dessner nel resto dell’album, lavorano come supporto esperto a Taylor, tirando fuori le complessità agrodolci delle sue composizioni. Evermore raggiunge una sorta di crescendo in “Marjorie”, un’ode alla nonna scomparsa in cui l’arrangiamento delicatamente mutevole – più elettronico che acustico, nonostante l’immaginario rurale dell’album – sottolinea invece di accentuare l’aperto dolore di Swift. Anche se “Marjorie” potrebbe tendere alla malinconia, Evermore nel complesso non è un album triste. La Swift si diverte a giocare con i nuovi colori musicali ed emotivi della sua tavolozza e Evermore non è altro che un caldo balsamo, un disco adatto alla contemplazione, non alla solitudine.

Scritto da: alex

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