“Terra!” è un concept album, è un progetto sonoro che esplora il mistero dell’esistenza.
È osservazione della vita, nei suoi dettagli incoerenti, nelle sue sorprese, per imparare a vivere con sano distacco.
Ogni vita è una danza. Ogni vita è un ciclo. È un cerchio senza tempo, che si rinnova attraverso i suoi elementi, legno, fuoco, terra, metallo e acqua; si rinnova attraverso le stagioni, i solstizi e gli equinozi, attraverso le età, i sapori, le emozioni.
Tutte le vite sono uguali e singolari, ripetitive e uniche: cicli, movimenti, giochi di causa ed effetto, materia, elementi che si combinano e ricombinano infinite volte. In un secondo. Per sempre.
La vita è quando tocchiamo “Terra!”, come il naufrago dopo giorni di tempesta.
TRACKLIST
Un miracolo tra tanti
Ad aprire il disco una traccia che racconta la magia della vita: un miracolo che si compie nella nascita, un miracolo che ogni giorno si ripete, continuamente. Quanto stupore nel vedere che, in miliardi di anni, mai si è ripetuto tale e quale. Una canzone che ci parla di mistero, ma nella semplicità. Melodie che, una volta presentate, sono destinate a svilupparsi, a crescere, ma…in che modo?
In bilico
Vivere… sempre sul filo. Le infinite sorprese di tutti i giorni e la meraviglia che portano. A volte perdere l’equilibrio, sentirsi smarriti, fino a quando, poi, “improvvisamente, inaspettatamente…volare”. La voce, e gli intrecci che tesse assieme alla dolcezza delle linee del violino, sembrano sollevarci verso il cielo, quasi a volersi staccare da questo mondo, dipinto invece dai suoni più concreti di chitarra e pianoforte.
Sogno
“Sogno o oblio?”: che cos’è il sogno, se non dimenticanza della realtà per sprofondare in abissi inesplorati?
La dolcezza dei violini, il calore del pianoforte e l’energia della chitarra creano onde, echi di ricordi e di emozioni che affiorano ostinati, vivi, in un crescendo timbrico, fino a coinvolgere le vibrazioni dell’intero corpo, nel primo singolo estratto dall’album.
In un respiro
Che cos’è l’amore? Una domanda che spalanca mille interrogativi, che porta suggestioni, ricordi, emozioni. Un brano che sviluppa atmosfere, talvolta contrastanti, partendo da un unico, semplice, giro armonico. L’arrangiamento, ricercato e raffinato, disegna una sorpresa ad ogni nuovo ascolto. La voce sonda le varie possibilità espressive, fondendosi in un paesaggio sonoro in continuo mutamento.
Odio l’odio
L’ultimo estratto dal disco ha un testo ispirato alla poesia “L’odio” di W. Szymborska.
Il metro di 7/8, l’uso di suoni metallici della tastiera e la lotta tra la voce e il violino contribuiscono a creare un panorama sonoro che riflette “l’inumanità” dell’odio. Il rifiuto della forma tradizionale, le armonie insolite che generano un clima sospeso e una tensione latente rappresentano la natura imprevedibile e distruttiva dell’odio che, a volte, sembra inarrestabile.
La fine e l’inizio
Poesia di W. Szymborska. Piano e archi si rincorrono: sembrano riproporre frammenti melodici, come fossero cocci raccolti da terra, cercando di ricomporre qualche cosa. Ogni frase finisce con un nuovo inizio, ogni intervento tende a nascondere il precedente, in un crescendo continuo di intensità espressiva.
Seduta
Osservare, in attesa. Ma intanto cercare di vivere la vita. Ma quale vita? La propria o quella altrui? La ricerca del sé, attraverso il confronto, e lo stupore per ogni singolo dettaglio che compone ogni esistenza, e che la rende unica. Un arpeggio di chitarra disegna un’atmosfera sospesa, in cui gli archi disegnano echi di memorie lontane.
In bilico (reprise)
Un tuffo nei ricordi di un passato ancora vivo. Frammenti di memorie si rincorrono, come in un sogno.
Senza pensare troppo
Un motivo melodico scanzonato, che ci invita a canticchiare con ironia, a muovere i nostri passi al ritmo di musica. I pensieri e i problemi ci saranno ancora, ma saranno visti diversamente dopo esserci tornati leggeri, ironici e con quella freschezza che ci appartiene, e che ci fa tornare bambini, come in fondo in fondo, lo siamo un po’ per tutta la vita.
Pensieri d’acqua
Un sguardo rivolto verso il cielo. Mille domande senza risposta, per abbandonarsi alle profondità dell’anima. Dolore e speranza, una lacrima nascosta. Su tutto, in lontananza, brilla una stella.
Una voce che si fonde con le sonorità calde del pianoforte, e i commenti del violino, che diventano sempre più intensi, ci portano verso un’apertura inaspettata.
Terra!
A chiudere il disco la title track in cui echi di melodie danzano incerchio, come in un gioco. Cosa abbiamo vissuto? E’ stato sogno o realtà? A volte non servono parole, alla fine di un viaggio.
Una storia nata all’inizio degli anni 2000, che ha visto crescere, nella musica, il legame d’amicizia tra i suoi componenti.
Il gruppo Artikè nasce come band indie rock costituita da 6 musicisti e tra il 2002 e il 2004 si pone all’attenzione della critica ottenendo alcune segnalazioni in concorsi musicali, quali Premio Pavanello (TN), Premio Poiesis (Monza), Forette Festival (VR), Bagnolo Live (VR), Rock Targato Italia.
Subentra poi una pausa di riflessione, legata alle vicende di vita personali, che fa interrompere l’attività artistica del gruppo, fino a quando le circostanze, in continuo mutamento, non risvegliano il desiderio di riprendere quel percorso, fatto di incontri, scambi, amicizia, esplorazione sonora, musica e armonia.
La nuova veste di Artikè, quindi, dal 2019 decide di fondarsi sulla dualità, in un cammino artistico condiviso.
Nella poesia la profondità, la filosofia, la riflessione. Nella musica l’estemporaneità, l’espressione, l’emozione. Sono queste, ora, le due anime di Artikè, che si incontrano, si influenzano ed esistono solo assieme, l’una nell’altra.
Due sono anche i componenti: Elisa (voce, chitarra) e Leonardo (violino e tastiera), che condividono da anni una profonda amicizia e la passione per l’elaborazione creativa dei linguaggi poetico e musicale.
La musica, originale, vede da un lato l’attività di registrazione in studio e dall’altro la naturale collocazione nella dimensione live.
Del 2024 è il lavoro discografico “Terra!”, concept album ispirato alla poesia di W. Szymborska.
Gli spettacoli di Artikè vedono fondersi le sonorità degli strumenti acustici e la loro elaborazione a livello digitale, la musica e il teatro, la tradizione e la voglia di sperimentare.
Un susseguirsi di atmosfere sempre diverse, magiche e irripetibili.
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