Con il crescente set di Solos di Kalevi Aho per ciascuno degli strumenti orchestrali che raggiunge la sua 17° edizione (per clavicordo e dedicata al flautista e clavicembalista Michael Hasel) nel 2020, questo volume inaugurale della rassegna di BIS di queste opere, che abbraccia quasi tre decenni, è molto gradito. Quattro delle registrazioni presenti sono state pubblicate in precedenza, e quattro presentano l’esecuzione del dedicatario. Seguendo i concerti di Aho per tutti gli strumenti orchestrali, questi assoli fanno molto per testare le abilità dell’esecutore con tecniche estese e armoniche. I lavori, molti dei quali scritti come pezzi di prova da competizione, non solo offrono agli esecutori spazio per crescere come artisti, ma danno ai musicisti la possibilità di mostrare la loro personalità. Queste tecniche estese e l’individualità sono in piena mostra nel Solo V per fagotto: Bram van Sambeek, che si è fatto una reputazione per la programmazione avventurosa, offre più dell’abilità tecnica mentre conquista gli estremi dello strumento. Il primo lavoro qui, Solo III per flauto, è stato composto in due momenti diversi, con il primo movimento scritto su commissione nel 1990 per la Scandinavian Flute Competition di quell’anno. Anche se scritto ad un tempo più lento, è completamente complesso ed esigente per l’esecutore. Il secondo movimento fu composto nel 1991 quando Aho decise di aggiungere un movimento veloce, virtuosistico e di contrasto. Segnato presto, inizia nel registro inferiore, consegnando una raffica di note in moto perpetuo attraverso il registro superiore e concludendo l’album con un prestissimo. La flautista Sharon Bezaly ha così impressionato Aho con questa registrazione che ha composto il suo concerto per flauto per lei. La BIS deve essere lodata per la qualità e la coesione trovate in queste registrazioni, specialmente considerando i diversi luoghi di registrazione e gli strumenti coinvolti. Un inizio intrigante per questa rassegna, con i futuri volumi che sicuramente attireranno.
I Preludi di Chopin sono certamente una scelta convenzionale per un'uscita di debutto, e quelli di Chelsea Guo sono forti se non distinti; è una suonatrice di grande facilità tecnica, che applica a letture piuttosto asciutte dei Preludi. A volte li sviluppa in modi inaspettati man mano che procedono; ascoltate il Preludio No. 4 in Mi minore, dove Guo esce dal solito tempo fisso per un gesto drammatico. Le sue […]