Noti anche con la sigla ELP, sono stati un gruppo musicale britannico di rock progressivo nato nel 1970 per iniziativa di Keith Emerson (pianoforte, organo e sintetizzatori), Greg Lake (basso, chitarre e voce) e Carl Palmer (batteria e percussioni). Essendo tutti e tre già noti in precedenti formazioni, furono spesso definiti dalla stampa un supergruppo (come già accaduto ad esempio per Cream o Blind Faith) ma rifiutarono sempre tale appellativo.
Keith Emerson nel 1967 aveva fondato The Nice, il cui stile fondeva musica classica, jazz e rock: con tre album pubblicati assieme a loro tra il 1968 e il 1969, Emerson si era già guadagnato una certa notorietà per il suo virtuosismo e per la spettacolarità delle sue esibizioni dal vivo. Altri due album da lui registrati con i Nice nel 1969 furono pubblicati rispettivamente nel 1970 e nel 1971, cioè entrambi dopo lo scioglimento di quel gruppo e la nascita di Emerson, Lake & Palmer.
Greg Lake era stato uno dei membri fondatori dei King Crimson, il cui album di debutto In the Court of the Crimson King (1969), con lui alla voce e al basso, è spesso indicato come uno dei punti di partenza di tutto il rock progressivo degli anni settanta. Pur avendo lasciato i King Crimson a fine 1969, Lake partecipò nella sola veste di cantante anche al loro secondo album In the Wake of Poseidon, pubblicato nel maggio 1970.
Carl Palmer, il più giovane dei tre, nel 1966 a soli 16 anni era divenuto batterista di Chris Farlowe, nel 1968 aveva sostituito Drachen Theaker in The Crazy World of Arthur Brown e, scioltisi questi ultimi, nel 1969 aveva fondato assieme al loro tastierista Vincent Crane e al cantante Nick Graham il trio hard rock degli Atomic Rooster, con cui aveva inciso il primo album e tenuto concerti sino all’incontro con Emerson e Lake nel giugno 1970.
Il trio fu attivo fino al 1978, si riunì più volte tra il 1991 e il 1998 e celebrò il proprio quarantennale con un singolo concerto il 25 luglio 2010. Fu uno dei gruppi di rock progressivo di maggior successo commerciale durante gli anni settanta, con nove album certificati disco d’oro negli Stati Uniti d’America e una stima di oltre 35 milioni di dischi venduti in tutto il mondo
Il 12 dicembre 1969 The Nice e King Crimson condivisero il palcoscenico del Fillmore West di Bill Graham, a San Francisco. Già da qualche mese Emerson aveva in mente un “ambiente musicale” diverso dai Nice, in cui sviluppare meglio le proprie idee; si era messo perciò segretamente in cerca di un bassista/cantante più versatile di Lee Jackson e a tale scopo aveva già interpellato invano Chris Squire degli Yes e Jack Bruce. Subito dopo il concerto al Fillmore West il tastierista, tramite il proprio manager Tony Stratton-Smith, si incontrò con Lake nel bar dell’albergo e gli offrì il ruolo nel suo futuro progetto. I King Crimson, per coincidenza, avevano concluso quella sera la loro prima tournée negli Stati Uniti e sia Ian McDonald che Mike Giles, come preannunciato pochi giorni prima, avevano lasciato il gruppo: Lake in un primo momento aveva proposto al chitarrista Robert Fripp di proseguire assieme ma, essendo contrario all’idea di Fripp di mantenere il nome King Crimson, alla fine accettò l’offerta di Emerson. All’inizio del 1970 i due onorarono gli ultimi impegni con i rispettivi gruppi: Lake cantò come turnista sul secondo album dei King Crimson e apparve per l’ultima volta con loro al programma televisivo della BBC Top of the Pops il 25 marzo, mimando in playback il singolo Cat Food; Emerson concluse l’ultima tournée con The Nice al Peace Festival di Berlino il 30 marzo. Subito dopo, i due si misero alla ricerca di un batterista.
Il primo contatto, per iniziativa di Lake, fu con Mitch Mitchell, ex batterista della Jimi Hendrix Experience scioltasi nel giugno 1969: questi si disse disponibile, peraltro ipotizzando il coinvolgimento dello stesso Jimi Hendrix poiché nel frattempo anche il gruppo con cui il chitarrista di Seattle aveva debuttato a dicembre 1969, Band of Gypsys, si era già sciolto. Tuttavia, Lake in seguito raccontò che l’idea di affiancare due virtuosi del calibro di Emerson e Hendrix gli parve fin da subito eccessiva e che inoltre Mitchell si era presentato a casa sua assieme al proprio road manager il quale, senza apparente motivo, a un tratto aveva posato sul tavolo una pistola che egli con un certo imbarazzo gli aveva subito chiesto di mettere via: l’episodio l’aveva indotto alla prudenza e a tentare nel frattempo altre strade.
Due giorni dopo il bassista, sempre stando al suo racconto, fu contattato da Robert Stigwood (già manager di Cream e Bee Gees) che gli raccomandò Carl Palmer. Secondo la versione di Emerson e Palmer, invece, l’intermediario cruciale fu di nuovo Stratton-Smith il quale aveva contatti anche con Atomic Rooster, il cui primo album era uscito per la B&C Records affiliata alla Charisma Records da lui fondata. Emerson in particolare affermò di aver interpellato “Strat”, dopo una serie di audizioni infruttuose, come ultima risorsa in patria prima di rivolgere la sua ricerca negli Stati Uniti.
Emerson e Lake dovettero insistere per convincere il batterista a lasciare Atomic Rooster nati da poco ma già con un album all’attivo e un discreto seguito in favore di un progetto ancora privo di un proprio repertorio. Tuttavia, i tre furono concordi nel riportare che l’intesa musicale fra loro fu immediata, fin dalla prima prova. Quanto all’impiego di altri musicisti, la preferenza di Emerson e Palmer per la formula del trio, già collaudata nei rispettivi gruppi di provenienza, incontrò il favore anche di Lake e la formazione definitiva cominciò a provare regolarmente dal giugno 1970. Una voce circolata per decenni, forse derivata dall’incontro con Mitch Mitchell, secondo la quale il trio già costituito avrebbe tenuto una jam insieme a Jimi Hendrix tre mesi prima che quest’ultimo morisse (si parlò come loro possibile nome dell’acronimo: HELP, dalle iniziali dei loro cognomi) fu invece smentita da Greg Lake nel 2012.
La scelta di presentarsi semplicemente con i cognomi in ordine alfabetico derivò dal timore iniziale che la stampa si riferisse al gruppo come «i nuovi Nice» poiché il gruppo precedente di Emerson all’epoca era il più noto e dalla conseguente esigenza di darsi un’immagine più paritaria a partire dal nome, alla maniera di Crosby, Stills, Nash & Young.
I tre debuttarono il 23 agosto 1970 alla Guildhall di Plymouth, teatro municipale di circa 800 posti in una città di provincia, scelto strategicamente per un primo test dello spettacolo dal vivo. La loro seconda apparizione pubblica in assoluto, appena sei giorni dopo, ebbe luogo alla terza edizione del festival dell’Isola di Wight, evento che vide in cartellone nomi come Miles Davis, Jimi Hendrix, The Who, Joni Mitchell, The Doors e Jethro Tull e che raggiunse il primato assoluto di affluenza di pubblico per l’epoca, stimata attorno alle 600.000 persone. La partecipazione fruttò al trio un’immediata visibilità su scala internazionale e un notevole interesse da parte della stampa, ancor prima che i tre firmassero un contratto discografico.
L’esibizione fu parzialmente documentata nel film Message to Love: The Isle of Wight Festival e integralmente registrata: oltre al lungo brano Take a Pebble e a una trascrizione dell’Allegro Barbaro di Béla Bartók, la scaletta comprendeva la rilettura in chiave rock di alcuni brani dell’opera Quadri di un’esposizione di Musorgskij, della durata di circa mezz’ora, più un finale con il rock and roll Nutrocker di Kim Fowley e il brano Rondo ripescato dal repertorio dei Nice. Su quest’ultimo, Emerson rispolverò un numero di scena che l’aveva reso celebre col suo gruppo precedente: la “brutalizzazione” del suo organo Hammond; il tastierista lo trascinava per il palcoscenico, lo ribaltava stendendovisi sotto e suonandolo alla rovescia e conficcava coltelli fra i tasti per tenerli abbassati. Palmer, durante il suo assolo, si sfilò la maglietta mentre teneva il ritmo con il piede sulla grancassa: il gesto, nato spontaneamente dal caldo torrido di quella sera, venne accolto dall’ovazione del pubblico e il batterista pensò quindi di farne un numero fisso nei concerti; sul palco vi erano anche due vecchi cannoni caricati a salve, che lo stesso Emerson pochi giorni prima aveva collaudato in un campo vicino all’aeroporto di Heathrow e che il trio fece sparare al termine dell’esibizione; il ricorso a tali elementi spettacolari vistosi, unito a una generale tendenza alla grandiosità, rimase una costante del gruppo, lungo tutta la carriera
Subito dopo, i tre firmarono con la Island per il mercato discografico britannico e, per gli Stati Uniti, con l’affiliata Cotillion Records, di proprietà della Atlantic Records. A settembre registrarono il loro primo album presso gli Advision Studios di Londra: Greg Lake con l’occasione assunse il ruolo di produttore che avrebbe ricoperto su tutti i dischi del gruppo sino al 1974 e, in parte, anche nei successivi fino al 1977.
L’album, intitolato semplicemente Emerson, Lake & Palmer, fu pubblicato il 20 novembre 1970. L’opera, accolta generalmente bene dalla critica, portò avanti il discorso iniziato da Emerson con The Nice, unendo rock, jazz e citazioni dalla musica classica. Accanto al materiale originale, all’epoca ancora insufficiente a completare un album, il trio vi inserì interpretazioni in chiave rock di brani di Bartók, Janáček e Bach (The Barbarian, Knife Edge); anche dopo aver consolidato il proprio repertorio, comunque, il gruppo avrebbe mantenuto l’abitudine di includere almeno un brano classico rielaborato su ogni disco. L’album arrivò al quarto posto delle classifiche britanniche e rimase nelle prime 100 posizioni per 28 settimane, negli Stati Uniti d’America arrivò diciottesimo nella Billboard 200. Il singolo Lucky Man, pubblicato solo oltreoceano, arrivò al 48º posto nella Billboard Hot 100 e divenne uno dei brani più celebri del trio.
Su Lucky Man e sul brano strumentale Tank, Emerson per la prima volta utilizzò in studio il sintetizzatore modulare Moog IIIc, da lui scoperto grazie al polistrumentista Mike Vickers che glielo aveva prestato per un concerto dei Nice alla Royal Festival Hall di Londra, il 7 febbraio 1970. Fu durante le registrazioni del disco che Emerson acquistò il proprio esemplare del sintetizzatore, il quale entrò poi stabilmente a far parte anche della sua strumentazione sul palco: novità in ambito rock per tale strumento, fino ad allora ritenuto poco indicato all’uso in tournée per le dimensioni e per l’instabilità dell’intonazione, sensibile agli sbalzi di tensione.
Nel gennaio 1971, appena due mesi dopo l’uscita dell’album di debutto, il trio entrò in studio per registrarne un secondo. Tarkus, occupato per metà dall’omonima suite scritta da Emerson con l’aiuto di Lake ai testi, fu completato dal gruppo in soli sei giorni ma rischiò di non vedere mai la luce a causa di divergenze musicali fra frontman e tastierista. Questi aveva infatti presentato al gruppo il primo abbozzo di un brano basato su un metro di 10/8, che sarebbe poi divenuto la sezione Eruption della suite, e Lake l’aveva bocciato perché a suo giudizio musicalmente troppo denso e privo di melodia. L’ostinazione del cantante contro il materiale proposto da Emerson e la fermezza del tastierista nel non volervi rinunciare rischiarono di minare il futuro stesso del gruppo. Oltre ovviamente al parere di Palmer, favorevole al brano, decisiva fu la mediazione del management che persuase Lake a fare almeno un tentativo, non fosse altro perché egli non aveva materiale da offrire in alternativa e lo studio di registrazione era già prenotato, quindi avrebbero comunque dovuto pagarlo. Emerson in seguito ebbe modo di sottolineare come questa sua vittoria personale fosse stata cruciale nel definire la direzione musicale che i tre, almeno fino al 1974, avrebbero seguito senza ulteriori grossi conflitti interni.
Tarkus uscì il 16 giugno 1971 e superò le vendite del disco precedente, balzando dopo una sola settimana direttamente al primo posto in classifica, traguardo mai più eguagliato dai successivi lavori del trio. L’album, agli occhi della critica, costituì anche una conferma delle abilità compositive del gruppo in quanto dedicava molto meno spazio del precedente alla rivisitazione di opere classiche, unica eccezione il brano The Only Way (Hymn) contenente due citazioni da Bach.
Il 26 marzo 1971 il gruppo si era esibito alla City Hall di Newcastle: dalla seconda parte del concerto venne tratto l’album dal vivo Pictures at an Exhibition, che tuttavia andò alle stampe solo in novembre, per la priorità data a Tarkus. Pictures, come già detto, è la rilettura in chiave rock di alcuni brani dall’omonima suite a tema per pianoforte di Modest Petrovič Musorgskij. Il trio alternava le partiture del compositore russo, fortemente adattate, a composizioni originali in forma di variazioni sui temi, amalgamando il tutto grazie a un sound già consolidato e inconfondibile. L’aggiunta di testi, anche sulle sezioni scritte da Musorgskij, accentuava il carattere di “appropriazione” dell’opera classica da parte della band.
La Atlantic Records in un primo momento oppose resistenza alla pubblicazione di quest’album negli Stati Uniti, ritenendolo poco commerciale per la sua natura di rivisitazione classica, e propose al gruppo di dirottarne l’uscita sulla sottoetichetta Nonesuch, ma i tre rifiutarono temendo di pregiudicarne la visibilità. Fu solo dopo aver ricevuto ordini per circa 250 000 copie d’importazione dall’Europa che la casa discografica si convinse a pubblicarlo ufficialmente sul mercato statunitense, nel gennaio 1972. Le vendite oltreoceano ricevettero un’ulteriore spinta dopo che il disc jockey Scott Muni della radio WNEW-FM trasmise l’intero album dall’inizio alla fine, smentendo così anche precedenti riserve della Atlantic sulle potenzialità radiofoniche di un’opera così lunga e concepita per essere eseguita integralmente senza soluzioni di continuità. Nel frattempo, ad ottobre del 1971, il gruppo aveva iniziato a preparare il terzo album in studio: Trilogy vide la luce a luglio del 1972 e raggiunse la seconda posizione nelle classifiche del Regno Unito e la quinta negli Stati Uniti. Vi trovarono posto almeno due “classici” del trio: il brano Hoedown, tratto dal balletto Rodeo di Aaron Copland, e la ballata From the Beginning di Lake nella quale, come già in Lucky Man sul primo album, il bassista/cantante si occupò di tutte le parti strumentali a eccezione delle conga suonate da Palmer e del solo di Emerson al Moog in chiusura.
Due tour mondiali impegnarono il gruppo tra Europa, Stati Uniti e Giappone dal marzo 1972 al giugno 1973. Nello stesso periodo i tre acquistarono un ex cinema al 392 di North End Road, a Fulham (Londra), trasformandolo nella loro sala prove, e fondarono la loro etichetta discografica chiamata Manticore dall’omonima creatura mitologica raccontata in Tarkus. In circa quattro anni di effettiva attività, oltre a diversi album e 45 giri sia del trio che dei singoli membri come solisti, la Manticore avrebbe pubblicato fra l’altro l’unico disco solista di Peter Sinfield, Still (1973) e alcuni album dei gruppi italiani PFM e Banco. Nelle pause dei due tour, il gruppo incominciò a comporre il materiale per il quarto album in studio. Questa fase fu anche oggetto di un documentario di circa un’ora, diretto da Nick Hague e prodotto dalla Manticore, il quale seguiva i tre in tour, sul palco e dietro le quinte, nonché durante la composizione del nuovo disco a Londra. Lo speciale, trasmesso dalla BBC il 26 dicembre 1973 all’interno del programma musicale The Old Grey Whistle Test, immortalava fra l’altro le proporzioni assunte all’epoca dallo spettacolo del trio: la sequenza iniziale, ad esempio, era una ripresa aerea dei tre giganteschi autotreni contenenti l’attrezzatura per i concerti, sul cui tetto campeggiavano i cognomi dei tre – uno per ogni automezzo – a caratteri cubitali visibili anche da grande altezza. Nel 2002, il film fu incluso in un DVD con il titolo: The Manticore Special.
Nel dicembre 1973 uscì Brain Salad Surgery, prima pubblicazione per la Manticore e probabilmente anche l’opera del gruppo più complessa fino ad allora; l’album arrivò al secondo posto in classifica nel Regno Unito e all’undicesimo nella Billboard 200 statunitense. Oltre a due canzoni originali e due nuove trascrizioni rock – l’inno liturgico Jerusalem e il brano Toccata, adattamento dell’omonimo 4° movimento del Concerto N°1 per pianoforte e orchestra di Alberto Ginastera – l’album contiene una lunga suite di quasi mezz’ora composta da Emerson intitolata Karn Evil 9 e suddivisa in tre “impressioni”, l’ultima delle quali inaugurò la collaborazione ai testi di Peter Sinfield, già cofondatore dei King Crimson assieme a Lake. Sinfield firmò anche il testo di Benny the Bouncer, breve canzone umoristica che musicalmente confermava la passione di Emerson per lo stile pianitstico honky tonk, da lui già omaggiato sugli album Tarkus (Jeremy Bender) e Trilogy (The Sheriff ). La copertina dell’album fu disegnata dall’illustratore svizzero Hans R. Giger, il quale realizzò anche il logo che la band avrebbe utilizzato da allora in avanti. Il tour di Brain Salad Surgery, partito a novembre 1973 e protrattosi a più riprese fra Europa e Stati Uniti d’America fino ad agosto del 1974, aveva dimensioni mastodontiche per l’epoca: 25 tecnici, 40 tonnellate di attrezzatura e suono quadrifonico con 32 altoparlanti. Il gruppo viaggiava con al seguito il proprio palcoscenico, dotato di uno schermo circolare sospeso, largo 47 metri, per la proiezione di diapositive. Emerson, oltre al consueto Moog modulare e al primo prototipo di sintetizzatore polifonico, il Moog Apollo, schierava sul palco due organi Hammond, un Clavinet, un Minimoog, un pianoforte a coda lunga Steinway, un piano verticale amplificato (per i soli brani honky tonk) e un terzo pianoforte a coda più piccolo appositamente attrezzato per sollevarsi a mezz’aria e ribaltarsi assieme a lui, idea tuttavia effettivamente realizzata solo in pochi concerti – come quello del California Jam a Ontario del 6 aprile 1974 – perché rivelatasi troppo pericolosa per il tastierista. Palmer commissionò alla British Steel una batteria costruita interamente in acciaio inox, con disegni intarsiati sui tamburi, in seguito montata su una pedana girevole mossa elettricamente; lo strumento, del peso di due tonnellate e mezzo, comprendeva il Moog 1130 Percussion Controller, uno dei primi esempi di interfacciamento fra percussioni e sintetizzatore che il batterista utilizzava durante il brano Toccata e anche due gong, due timpani sinfonici e una grossa campana da chiesa sospesa sopra la testa di Palmer, il quale all’occorrenza la suonava con una corda tenuta fra i denti. Lake infine, per prevenire scosse elettriche subite sul palco in passato, teneva disteso sotto i suoi piedi un grande tappeto persiano, pagato all’epoca 6.000 dollari
Welcome Back My Friends to the Show That Never Ends
In giugno, con la band ancora in tournée, venne pubblicato un triplo album dal vivo, imponente anche nel titolo: Welcome Back, My Friends, to the Show That Never Ends – Ladies and Gentlemen Emerson, Lake & Palmer, registrato al Convention Center di Anaheim, California il 10 febbraio 1974. La mole della pubblicazione consentì di inserirvi, fra l’altro, l’esecuzione integrale delle due suite Tarkus e Karn Evil 9 (quest’ultima occupa da sola tutto il terzo disco) entrambe ampliate con variazioni o improvvisazioni. Con il quarto posto nella Billboard 200 raggiunto il 26 ottobre 1974, l’album fu il più venduto negli Stati Uniti in tutta la carriera del trio.
Dopo quattro anni di attività frenetica e quasi ininterrotta fra registrazioni in studio e tournée, il gruppo concluse la sua prima fase creativa con un’ulteriore tournée del Nordamerica, che terminò allo stadio Spectrum di Filadelfia il 21 agosto; tre giorni dopo i tre parteciparono a un concerto di beneficenza organizzato a New York dal disc jockey Scott Muni: fu questa la loro ultima apparizione dal vivo per un arco di tempo di circa due anni e mezzo, che coincise con un equivalente periodo di silenzio discografico.
Tra la fine del 1974 e il 1976 i tre si dedicarono a progetti individuali.
Keith Emerson terminò la composizione del Piano Concerto Nº 1, la sua prima opera interamente per pianoforte e orchestra, che registrò con la London Philharmonic Orchestra diretta da John Mayer. Con parte dell’ensemble londinese il tastierista incise anche una versione riarrangiata del ragtime Maple Leaf Rag di Scott Joplin e nel 1976 pubblicò un 45 giri con la sua interpretazione di Honky Tonk Train Blues di Meade “Lux” Lewis e, sul lato B, un brano nello stesso stile ma di sua composizione: Barrelhouse Shake-Down. L’impiego dell’orchestra, alla quale Emerson non ritornava dai tempi di Five Bridges dei Nice (1969), era motivato fra l’altro dal desiderio del tastierista di essere finalmente riconosciuto come compositore tout court e non già solo come strumentista e autore di musica rock. Tale corso era destinato a influenzare anche la direzione artistica del trio: nello stesso periodo, infatti, anche gli altri due incominciarono a coinvolgere orchestre nei loro lavori.
Greg Lake scrisse, con l’aiuto di Pete Sinfield ai testi, alcune canzoni che poi vennero orchestrate da Tony Harris e Godfrey Salmon; una di esse, I Believe in Father Christmas, fu pubblicata come singolo nel 1975 e raggiunse il secondo posto nelle classifiche britanniche, superata soltanto da Bohemian Rhapsody dei Queen.
Carl Palmer collaborò occasionalmente con vari musicisti, fra i quali il pianista e compositore jazz Harry South, il chitarrista Joe Walsh degli Eagles e lo stesso Keith Emerson per registrare alcuni brani strumentali inediti, due rivisitazioni classiche rispettivamente di Bach e Prokof’ev, una rilettura per batteria e orchestra del brano Tank dal primo album del trio e infine un concerto per batteria, percussioni e orchestra, scritto in questo periodo assieme al pianista e arrangiatore austriaco Joseph Horovitz, ma pubblicato solo nel 2001.
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