Gli album di Jackson Browne non escono più molto spesso. Durante i suoi prolifici anni negli anni ’70 e ’80, aveva molto da dire e lo diceva con la sensibilità e il candore poetico che è il suo mestiere. Uscito nel luglio 2021, Downhill from Everywhere è il quarto album in studio di Browne dall’inizio del millennio, ed è piuttosto buono. Una delle voci che definiscono la generazione degli anni ’80, ha incarnato il suono rilassato del cantautore della West Coast e in questo senso, poco è cambiato. A 72 anni, l’eredità musicale di Browne rimane immutata e se Downhill non è una voce particolarmente radicale nel suo catalogo, ha il cuore, il mestiere e la presenza da veterano di un artista che ha poco da dimostrare, ma ancora un po’ di più da dire. Caldamente arrangiato nella maniera snella dei suoi migliori lavori degli anni ’70, il set di dieci canzoni è una delizia di lavoro di chitarra di buon gusto, fascino folk-rock, e testi percettivi che si adattano all’attuale posizione del cantante sulla linea del tempo. Tra le riflessioni sulla mortalità (la malinconica “Still Looking for Something”) e l’amore in tarda età (“Minutes to Downtown”) ci sono preoccupazioni più attuali come l’ambiente (il pungente appello anti-inquinamento della title track) e l’immigrazione (la toccante “The Dreamer”). In questo modo, Downhill aderisce al modello di album di Browne dell’ultimo periodo di presentare un equilibrio abbastanza uniforme tra personale e politico. Capitanando l’atteso gruppoi dello studio di L.A. con facile grazia, è un album pieno di forti performance, pochi passi falsi, e il carisma stanco che è stato uno dei tratti distintivi del cantante. Dopo mezzo secolo di carriera, quella sensazione senza tempo che caratterizzava anche le prime uscite di Browne è ancora presente, anche se un po’ più usurata dal passare del tempo.
Vanilla Fudge fu uno dei pochi legami americani tra psichedelia e quello che presto divenne heavy metal. Mentre la band registrava materiale originale, erano meglio conosciuti per i loro arrangiamenti rumorosi, pesanti e rallentati di canzoni pop contemporanee, facendoli saltare in aria a proporzioni epiche e facendoli fare il bagno in una foschia trippy e distorta. Originariamente, i Vanilla Fudge erano una cover band soul dagli occhi azzurri chiamata Electric […]